Tra i dolci simbolo del Carnevale napoletano ci sono sicuramente le chiacchiere.
Che si chiamino frappe, bugie o cenci, le chiacchiere prevedono un impasto a base di farina, burro e vino (o liquore).
La sfoglia, che deve essere friabile ma sottile, va fritta fino alla doratura in una padella capiente e piena di olio bollente.
Per chi è attento alla linea, le chiacchiere possono essere cotte anche al forno.
L’origine delle chiacchiere è contesa tra Lazio e Campania.
Secondo la tradizione storica l’origine delle chiacchiere risale ai Saturnali romani durante i quali erano preparati dei dolci a base di uova e farina, fritti poi nel grasso di maiale: i frictilia.
La tradizione napoletana, invece, li fa risalire alla Regina Savoia che era solita ricevere tantissimi ospiti e prodigarsi in lunghe chiacchierate.
Si dice che un giorno, a causa della fame, fosse stata costretta ad interrompere le sue chiacchiere e ad ordinare al cuoco di corte di prepararle qualcosa da mangiare in compagnia dei suoi ospiti.
Da qui, ovviamente, il nome “chiacchiere”.